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Posta nell'ultimo tratto prima del valico, conserva le caratteristiche del borgo attraversato dalla via Romea. L'Abbazia, fatta costruire dal re Liutprando (712-744), fu concessa al vescovo Wibodo dall'imperatore Carlomanno. Moderanno, Vescovo di Rennes, fu il primo abate del Monastero di Berceto, fu fatto santo dopo la sua morte (è Santo Patrono di Berceto). Nel XV secolo i Rossi riedificarono la chiesa sull'edificio romanico originario, rendendo l'architettura di difficile interpretazione per la frammentarietà degli elementi stilistici e documentari. Del periodo longobardo si conserva il pluteo, inserito sul fronte dell'altare maggiore, raffigurante la croce che porta sui bracci due calici e i pavoni si abbeverano. Importanti testimonianze plastiche riferibili al XII secolo sono quelle del portale principale e del portale nord. Ai lati del portale si trovano le due statue di Paolo e Pietro, i cui sepolcri romani costituivano la meta del percorso francigeno. Nel 1729 dove sorgeva il chiostro monastico e poi canonicale, sul lato sud della chiesa, fu realizzata la cappella di Santa Apollonia, trasformata poi nel "museo del tesoro" della chiesa; nella preziosa collezione visibile, spiccano, il piviale di San Moderanno e un incredibile calice di vetro.