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Le origini di Morciano non ci sono note e possono solo essere oggetto di ipotesi. Secondo una di queste Morciano sarebbe stata in epoca romana una comunità fondata da un membro della famiglia Marcia, famiglia che si insediò nella colonia di Rimini e che era in possesso di numerosi territori del circondario riminese. Ad avvalorare questa ipotesi c'è solo il fatto che in taluni documenti medievali ci si riferisce ad un "Marcianum" o "Marzano". C'è anche chi ha supposto che Morciano facesse parte, sempre in epoca romana, della scomparsa Crustumio o Città di Conca (Custumium è il nome latino del fiume Conca) e che in tempo medievale si fosse sviluppato sui ruderi di quest' ultima. Il primo documento in cui Morciano è menzionato è il Codice Bavaro, cioè il Registro delle investiture concesse dalla Chiesa di Ravenna nei secoli VIII, IX e X, dei fondi che questa possedeva nei territori di Rimini, Senigallia, Osimo, Urbino, Pesaro e Montefeltro. Qui si nomina un "fundus Morciani" che significa un appezzamento di terra chiamato Morciano appartenente forse a qualche proprietario riminese. Era sicuramente abitato (da chi sull' appezzamento lavorava), ma non aveva alcuna esistenza politica o civile. In seguito Morciano diventa un "castrum" come ci attesta l'atto, datato 1014,con cui il feudatario riminese Bennone di Vitaliano cede al figlio Pietro il "castrum integrum quod vocatur Morcianum cum Capella ibi fundata cui vocabulus est S. Johannes": c'è stata quindi una crescita quantitativa e qualitativa dal precedente "fundus", in cui la comunità morcianese ha definito un proprio territorio e si è data una struttura civile e religiosa. Certamente qui per "castrum" s'intende un castello rurale, cioè un insieme di edifici posti a difesa del borgo abitato e centro di raccolta dei prodotti del suo territorio. Molto probabilmente, con il costruirsi di un borgo e di un sistema difensivo, Morciano sviluppa anche un attività commerciale e mercantile: la sua posizione centrale e facilmente raggiungibile dai maggiori centri della Valconca favorì la nascita sulle sue terre di importanti mercati e fiere di bestiame e di prodotti agricoli che ancor oggi si tengono con grande concorso di pubblico.