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Il Comune di Cessapalombo si trova in Provincia di Macerata, all'interno del Parco Nazionale dei monti Sibillini e sul versante sinistro della vallata del fiume Fiastrone che sin dalla notte dei tempi, cercando di crearsi un varco tra i monti, con la veemenza e l'impetuosità delle sue acque, ha modellato la magnifica valle che da esso prende il nome. Il tratto della valle che attraversa il nostro territorio è particolarmente suggestivo in quanto il torrente Fiastrone scorre in una forra selvaggia scavata tra il monte Fiegni ed il monte Corvo; il corso d'acqua incide trasversalmente la cosiddetta il "Dorsale Marchigiana" mettendo a nudo rocce molto antiche prevalentemente calcaree.
Il Comune è costitutito da Cessapalombo e varie frazioni: Montalto, il suo castello e i suoi tre insediamenti urbani denominati Villa, Valle, Tribbio, (e la Città di Castro); Monastero e l'abbazia del SS Salvatore, Col bottoni e Invernale.
Il territorio ha una estensione di circa 28 Kmq ed è circondato ad est dal Comune di San Ginesio, ad ovest dai comuni di Caldarola, Pievebovigliana e Fiastra, a nord dal Comune di Camporotondo e a sud ancora dai Comuni di San Ginesio e Fiastra. Esso si trova a 408 metri sul livello del mare, il suo territorio, fino a tutto il XVIII secolo, aveva una superficie di sole 760-780 ettari, diventati 2.778 con le acquisizioni di Montalto, Col di Pietra, Monastero avvenute nel 1827 ovvero in seguito all'editto pontificio datato 26 novembre 181.Il nome Cessapalombo, deriva piuttosto che dal "palumbus" il colombo selvatico, più verosimilmente dall'onomastico "il Palumbus" cioè da un nome di persona piuttosto diffuso nelle nostre zone in epoca antica e dal possesso di caesae, Il selve tagliate II, come ugualmente era consuetudine in età posteriore al Mille, allorché l'accresciuta popolazione e le migliorate tecniche agricole necessitavano di spazi maggiori da dedicare all'agricoltura a danno della selva, molto estesa in età alto medioevale. In definitiva dovremmo trovarci di fronte a un'area in cui l'elemento caratterizzante era dato, appunto, dalle "caesae Palumbi". Il riferimento al Palumbus che appare nel sigillo comunale e nel gonfalone è comunque pertinente, perché il nome proposto richiama con evidenza l'animale che lo caratterizza.