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Perugia nacque sull'umbro Colle del Sole fra la nobile Etruria e l'aspra Sabina, poco lontana dalle rive del Tevere. La fondarono i Sarsinati, fiera gente umbra. Perugia cominciò ad acquistare una sua fisionomia cittadina solo quando fu costretta a subire il dominio etrusco. Sarsinati ed Etruschi, imparentati dalla convivenza imposta dagli eventi storici, divennero un unico popolo e vissero sicuri nella città fiorente di ben avviati commerci e bella di nobili costruzioni, entro la possente cerchia di mura, di cui ancora sussistono, a ricordo di quelle epoche lontane, alcuni baluardi. Inevitabili furono i suoi contatti con i Romani che, nel primo periodo della loro espansione, le inflissero dolorose sconfitte (310 a.C.). Perugia si alleò con le altre città etrusche, con gli Umbri, con i Galli e con i Sanniti nel vano tentativo di arginare la conquista romana, finché entrò a far parte della summachia italica che univa a Roma, con vincoli di sudditanza più o meno rigida, tutte le genti della penisola. Trascorsero i secoli e in essi si consumò e svanì la potenza di Roma. Contesa tra Goti e Greci Perugia infine rimase a i Bizantini. Ma, pochi decenni dopo, già era sede di un ducato longobardo. Il secolo successivo, in seguito a patti intercorsi fra Bizantini e Longobardi, Perugia è retta da un governo greco, ma nel 749 passa sotto il dominio delle Chiesa. In quei secoli si costituì su solide basi lo Stato della Chiesa, si affermò il Sacro Romano Impero, e, poco dopo il 1000, sorsero i Comuni. Tutta la storia del Basso Medioevo s'impernia sui rapporti, ora pacifici ora discordi che intercorsero fra la Chiesa e l'Impero, e fra queste due potenze e i Comuni. Perugia, ammaestrata da una lunga e dolorosa esperienza, aveva appreso l'arte di non inimicarsi i potenti, senza tuttavia calpestare la propria dignità. La sua vita comunale inizia nel 1130, anno in cui il governo cittadino fu retto dai primi consoli di nomina imperiale, ma nel 1186 l'imperatore Enrico VI le conferì il diritto di eleggersi i propri magistrati e di esercitare la sua giurisdizione sui centri vicini. La successiva storia di Perugia non fu tranquilla, per contrasti interni tra le fazioni cittadine dei Raspanti e dei Beccherini, per contese sorte tra le nobili casate dei Baglioni e degli Oddi, e per i conflitti esterni con altri comuni, in particolare con Arezzo e Siena. Eppure, proprio in questo periodo, Perugia accrebbe la sua potenza annettendo ai già ricchi domini altre città e borghi dell'Umbria. Ma l'interna situazione di disordine offrì al potente Stato della Chiesa un facile pretesto per occupare la città dal 1370 al 1376, fino a quando i cittadini non scacciarono il Governatote Vicario assegnatole dal Pontefice. Ma la riconquistata indipendenza non li indusse alla concordia, ansi, si rinnovarono con maggiore asprezza le lotte di parte. Il capitano di ventura Biordo Michelotti, il più abile e favorito, assunse il governo della città che resse dal 1393 al 1398, anno in cui fu pugnalato da Francesco Guidalotti, Abate nella Chiesa di San Pietro. La dipendenza dalla Chiesa durò incontrastata per alcuni secoli fino al Risorgimento. Mentre si combatteva nelle campagne lombarde e venete la II guerra d'Indipendenza (1859), i Perugini insorsero; le truppe del Papa, con orrende stragi e vandalici saccheggi, li costrinsero all'obbedienza. Ma l'anno successivo i soldati del Regno di Sardegna percorsero le vie battute dai Sarsinati, dagli Etruschi e dai Romani; entrarono in Perugia il 14 Luglio 1860. La storia successiva di Perugia assomiglia alla storia di tutte le altre città che insieme formarono il Regno d'Italia prima, la Repubblica poi.