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Testimonianze successive a tale periodo non ne esistono, anche se a poca distanza dal confine tra Trecchina e Maratea, lungo la Valle del Noce, in prossimità della località Castrocucco sono stati rinvenuti, dal GGS VALLE DEL NOCE, e consegnati alla Soprintendenza Archeologica della Basilicata (attualmente esposti alla mostra permanente di Rivello), campioni risalenti al V secolo a.C. di chiara fattura greca). E' comunque certa la presenza nella zona della Valle di insediamenti, anche di piccole dimensioni, con pochi abitanti, che facevano capo a quella che poteva essere la cittadina più grande della zona: Blanda, che molti ubicano nell'area di Castrocucco. A volte é capitato, secondo quanto raccontano gli "avi" del paese che qualche frammento di terracotta é stato rinvenuto nei campi o scavando fondazioni per costruirvi casa. Sempre nella valle altre testimonianze di tale periodo arrivano da Rivello (scavi archeologici in corso) e dai campi di Nemoli dove, come succede a Trecchina anche se in minor misura, arando i campi a volte affiorano pezzetti di terrecotte dipinte di chiara fattura greca (Magna Grecia e quindi V secolo a. C. circa). E' ipotizzabile che gli abitanti della greca Trecchinia fossero sfuggiti alle orde del re Persiano per giungere nella Magna Grecia in cerca di un luogo somigliante a quello che avevano dovuto abbandonare e, risalendo lungo il Noce, lo trovassero e si insediassero su questo territorio nei pressi del passo della Colla che ricordava loro le Termopili. Ad essi, successivamente, si unirono gli abitanti della vicina Blanda e forse quelli di Pandosia. Ma poi scesero i barbari ad impossessarsi di queste terre: i Goti vi costruirono una roccaforte che fu distrutta dai Saraceni e ricostruita dai Longobardi di Salerno. Nel periodo medievale e fino al Settecento, Trecchina, come la maggior parte dei paesi, costituì una moneta di scambio alla merce dei più disparati feudatari. Appartenuta alla contea dei Ruggero di Lauria, passò alla potente famiglia dei Sanseverino e poi a tanti altri che la vincevano al gioco. Fu sconvolta sovente da terremoti e pestilenze. Tra i secoli XI e XIII vi trovarono rifugio alcuni eretici piemontesi, che fuggivano alla fine di evitare le persecuzioni. Nel 1700 l'antico borgo si espanse per formare l'attuale Piazza del Popolo. L'emigrazione nell'Ottocento costituì una fonte di reddito notevole per Trecchina, perché i cittadini che andarono verso le lontane Americhe non dimenticarono mai il loro paese di origine. Attraverso le rimesse degli emigranti in Brasile, infatti, Trecchina si arricchì dei bei palazzi tardo Liberty. Particolare interesse desta tutt'ora il dialetto trecchinese che costituisce un'isola glottologica ed al cui studio, avviato dal Rholfs, attendono ancora insigni studiosi.