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Banzi sorse certamente circa un millennio prima di Cristo forse per iniziativa di popoli greci o di altre popolazioni (illiriche) colà giunte prima dei greci, con il nome di Bantia in ricordo del popolo Bantino.
Fu un centro assai importante e persino "municipium" durante l'impero romano e si dotò, nel secondo secolo a.C., di proprie leggi e normative, più note come "Tabula Bantina", in cui - tra l'altro - era scritta l'organizzazione giudiziaria della città sullo stile di quella romana.
Plutarco raccontò (Marco., 29, 1) della morte del console Marco Claudio Marcello nel corso della battaglia che lo stesso a fianco di Tito Quinzio Crispino sostenne contro il cartaginese Annibale nel 208 a.C. tra le campagne di Bantia e Venusia (seconda guerra punica, 218-201 a.C.). Fu un importante caposaldo romano per la conquista della Lucania.
L'attuale Banzi venne costruita sulle rovine dell'abitato romano attorno alla famosa abbazia benedettina di Santa Maria. Qui i monaci dell'ordine di San Benedetto arrivarono intorno al 798 e vi rimasero sino al XVI secolo quando la badia fu affidata a celebri Cardinali romani discendenti della famiglia Barberini.
All'interno della chiesa è ancora conservata e venerata la statua in legno della Madonna col Bambino e l'effige di fattura bizantina della Vergine. Le testimonianze del monastero di Banzi sono tuttora tramandate dalle absidi della chiesa che fu consacrata dal papa Urbano II nel 1089, nel chiostro medioevale del convento poi assegnato ai Padri Francescani ed in un bassorilievo marmoreo del 1331 che sovrasta la porta d'ingresso ed ancora raffigurante la Madonna col Bambino ed un frate benedettino inginocchiato in preghiera. Sotto il bassorilievo si legge la seguente iscrizione latina: "Hoc opus est in anno MCCCXXXI sub dominio fratris Dominici de Cervaricio Abbatis huius coenobii".
Altra iscrizione meritevole di citazione è quella riportata ai piedi del vecchio Altare Maggiore: "Re Ferdinando II donava a S. Maria di Banzi a petizione del padre Francesco da Rionero, G. 1857". Sotto il dipinto raffigurante il papa Urbano II, all'interno della Chiesa ed in ricordo della consacrazione leggiamo: "Iste Urbanus II hoc sacrum templum consecravit A.D. 1089 die 24 Aug. a Cardinale Vincentio Petra in formam meliorem redactu, ille abbatiam hanc monacus incoluit, sibi reservavit res".
L'abbazia di Santa Maria ha posseduto un notevole patrimonio immobiliare che si estendeva in Lucania, Puglia e persino in Calabria.
Nei boschi di Banzi, lungo la strada che porta a Palazzo San Gervasio, si troverebbe l'antica "Fons Bandusiae" citata da Quinto Orazio Flacco da Venosa (Ode XIII del Libro III), "Fons" che alcuni credono di aver individuato nella Fontana della Nocella, mentre altri pensano sia alle falde della Ripa di Carnevale.
Oggi Banzi è un comune autonomo e conta circa 2000 abitanti; numerosi sono i banzesi sparsi in Italia, in Europa, negli Stati Uniti e Canada nonché in America Latina.