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Sant'Andrea Apostolo dello Jonio è situato sul versante ionico calabro nel basso catanzarese, si affaccia sul golfo di Squillace ed ha un territorio che si estende dal livello del mare sino a 1.071 m di altitudine, con ben 4 km di costa. La sua storia sebbene non sempre chiara in alcuni suoi punti, si presenta molto interessante sotto molteplici aspetti, tuttora in fase di elaborazione. Con certezza si può affermare che il paese ("Casale") sorge a cavallo tra il X e l'XI secolo, nei pressi di una Grangia basiliana fondata da alcuni monaci sfuggiti alla furia iconoclasta di Bisanzio. I monaci basiliani giunsero prima in Sicilia, regione ben nota sia ai greci che agli orientali, tra l'VIII e il IX secolo, successivamente si spostarono in Calabria dove fondarono numerosi Cenobi o eremi sulle colline dei litorali ionici e tirrenici. Sulle dolci colline di S. Andrea, che dominano la valle, si possono osservare i ruderi di alcune testimonianze di quel periodo storico particolarmente interessante. La prima testimonianza è una piccola Grangia fondata intorno al IX secolo detta di "Gerraggiùati". Successivamente, secolo XI - XII, viene edificata la Chiesa di San Nicola di Cammerota, sul poggio di Condò, duecento metri più a nord della Grangia. La chiesetta di forma rettangolare con abside semicircolare è lunga 9 m. e larga 5,90. L'abside è rivolta ad oriente, con una finestra centrale terminante ad arco e coronata da una fascia di travertino. Nella parete laterale campeggia una finestra oblunga con arco scolpito ed una piccola finestra ad occhio. Gli spigoli sono di calcare bianco, alternato a pietra nera, di origine vulcanica. Lo stesso ordine di bianco e nero si riscontra nell'arco interno dell'abside, nella porta e nelle finestre, dimostrando come all'architettura bizantina si aggiun­ge la policromia araba ricorrente nei modelli classici di Sicilia e Spagna. A Nord della chiesetta, nei pressi dell'attuale cimitero, si pùo ancora notare il rudere della Torre di Tralo' o Torre di "Cammerota", di origine normanna, che, secondo alcuni antichi documenti, sarebbe appartenuta alla chiesa e costituisce un altro esempio dell'importan­za storica di S. Andrea. Un'altra testimonianza bizantina è rappresen­tata dalla Chiesa di Campo. Riportata negli antichi documenti col nome di S. Martino ed in un secondo tempo col nome di S. Maria di Campo, è il classico esempio di chiesa rurale, che i basiliani costrui­vano nelle campagne per dare un supporto ai contadini. Più umile nelle rifiniture e nei materiali, è un inequivocabile modello compositi­vo dell'architettura del periodo. L'altare è esposto ad oriente e l'entrata ad occidente. Nel 1985, nel corso dei lavori di restauro curati dalla Amministrazione Comunale, sono stati rinvenuti preziosissimi affre­schi bizantini, presumibilmente del X e XIII secolo. I primi, nell'abside ritrovata dietro l'altare, rappresentano dei santi a figura intera, mentre i secondi, sulla parete laterale, riportano, presu­mibilmente, scene di vita religiosa. Le recenti campagne di scavo lasciano supporre, al di sotto del piano pavimentale, l'esistenza di una fattoria risalente al periodo Ellenistico cioè al III sec. a.C. Dalla Via Grande, vicino alla chiesetta di S. Nicola di Cammerota, si dirama una mulattiera che porta in collina, nel Centro Storico. Già dall'incrocio di diramazione si riesce a vedere la non indifferente mole degli edifici pubblici più importanti del paese: LA CHIESA DI S. ANDREA e LA GRANGIA DEI CERTOSINI.