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il più probabile significato di Massa Fiscaglia indica l'esistenza di una "massa di beni" che, in seguito a confische, si trasformò in "ager publicus" cioè proprietà del fisco. Questa "massa" veniva data in godimento (o uso) a militari veterani in congedo o a militari di stanza sui confini, ritrovatisi col tempo proprietari e comproprietari (o consoci) dei beni di uso comune. L'antica "Massa Fiscaglia" menzionata in una bolla papale di Papa Urbano III° del 1187, abbracciava un territorio di circa 100 chilometri quadrati sulla destra del Po di Volano, stretta fra il cosiddetto "Pizzale di Codigoro" e Medelana. In questo complesso territoriale, costituito fin dai primordi di dossi, paludi, valli e boschi che si erano creati in seguito all'inalvearsi del Po e all'arretrarsi della spiaggia adriatica, l'insediamento più antico, oltre le popolazioni locali, fu dapprima etrusco-celtico, quindi romano-bizantino e successivamente longobardo e franco. I bizantini infatti, sconfitti dai Longobardi, dovettero cedere i loro patrimoni conquistati. Poi subentrarono i franchi e, attraverso donazioni soprattutto carolingie (771), il territorio passò alla Chiesa Romana come "Patrimonium Petri". Agli inizi del XIII ° secolo, con l'avvento e lo sviluppo del dominio della Signoria Estense, teso alla conquista dell'isola pomposiana, i ferraresi si impossessarono della parte orientali della Massa. Tra il settecento e l'ottocento la città fu colpita da gravi epidemie, per le quali i massesi si rivolsero con devozione alla sacra immagine della Madonna della Corba per un rapido debellamento e una pronta guarigione. Le opere di bonifica delle valli Volta, Gallare, Provane e Marozzo contribuì a generare conflitti sociali e scioperi dalla fine del secolo scorso sino alla vigilia della Grande Guerra, creando così i presupposti della trasformazione dei vallaroli in badilanti e scariolanti. Questi ultimi nel 1921 portarono alla luce una piroga di epoca tardo-romana-imperiale.