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Con una superficie comunale di 30,08 kmq, posta su un'altura a nord della Valle del fiume Sangro, ha origini risalenti al Neolitico; abitata anche in epoca romana e nota nel Medioevo con il nome di Fossam Cecam, il suo svilupppo si è intrecciato alla colonizzazione benedettina (riferibile al Settimo e all'Ottavo secolo). Il borgo costituiva, infatti, l'azienda fondiaria della splendida Abbazia di San Giovanni in Venere, fondata dai monaci nell'VII secolo sulle rovine di un tempio pagano dedicato a Venere e ricostruita nel 1015 da Trasmondo II, conte di Chieti. Il complesso si erge maestoso a pochi chilometri dal paese, su un promontorio disseminato di uliveti. La chiesa, che presenta triplice abside e decorazioni a losanga di origine normanna, assunse forme cistercensi con lavori di ampliamento iniziati nel 1165. Il meraviglioso portale marmoreo della facciata, detto "della Luna", è ricco di ornati e particolari sculture di derivazione pugliese e risale al XIII secolo; in basso, si vede il sepolcro scolpito dell'Abate Oderisio II, dei primi del '200, che fu cardinale e resse il Monastero per quasi cinquant'anni. I portali dei due fianchi, più semplici e risalenti al 1204 circa, sono opera di Maestro Alessandro. Il solenne interno basilicale ha tre navate divise da possenti archi ogivali e una cripta, le cui volte sono sorrette dalle colonne del tempio preesistente. Nel catino delle absidi laterali, affreschi del XII e del XIV secolo. La sua lunga storia, la purezza delle linee e la bellezza dell'incontaminato panorama circostante ne fanno uno dei simboli storico-religiosi più importanti d'Abruzzo e un eccezionale luogo di meditazione. Nel paese i resti del borgo fortificato nel quale i monaci e gli abitanti della zona si rifugiavano in caso di scorrerie nemiche provenienti dal mare: il campanile della Chiesa parrocchiale, dedicata a San Donato e ricostruita dopo la Seconda Guerra Mondiale, è stato edificato su una torre dell'antica muraria.