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Con una superficie comunale di 14,81 kmq, nella Val di Foro, il paese, fonda la propria economia sull'attività agricola. Tale nucleo dovette essere uno dei primi fondati nel secolo VII quando i Longobardi occuparono la parte interna dell'Abruzzo, mentre i Bizantini erano stanziati nella fascia costiera. Per la posizione di confine con i territori sottoposti all'Impero d'Oriente, probabilmente il centro sin dall'inizio dovette avere un'importanza militare. L'accampamento nei secoli successivi si trasformò in nucleo urbano abitato da artigiani (tintori e mugnai principalmente), avvantaggiati nel loro lavoro dalla ricca presenza delle acque. Fondamentale è stata la presenza benedettina di S.Liberatore a Maiella (Cenobio fondato sin dal sec. VIII presso Serramonacesca) che tramite il convento di S.Eufemia, allo scorcio dell' Anno Mille, possedeva vasti terreni nella zona. Da quel tempo sino al 1975 Fara è stata sottoposta alla giurisdizione benedettina di Montecassino. Oggi l'antica parrocchia di S.Salvatore, già esistente nel sec. XI e fondata dai monaci benedettini di S. Salvatore a Maiella, appartiene all' Archidiocesi di Chieti e Vasto. Con i Normanni Fara appartenne al Conte di Manoppello Boamondo dopo l'infeudameÌ1to seguìto al crollo del potere di Tresidio, avvenuto nella prima metà del secolo XI. Nel 1344 era compresa nella Contea di Napoleone Orsini. Nel secolo XV apparteneva al signore di Ortona Francesco de Riccardi, che si sostituì agli Orsini sino al1424, quando questi tornarono a risiedere nel loro palazzo a Fara. Nuovamente nel 1446 tornò alla famiglia de Riccardi e successivamente ai Colonna. Nel 1459 l'alternanza dei feudatari coincise con la presa di potere di Bartolomeo d'Alviano. Nel 1468 tornò agli Orsini. Nella prima metà del '500 apparteneva ai Varone mentre nel 1623 Raimondo di Cardona la cedette in feudo a Giovanni Battista Spinelli, conte di Carioti. La tranquillità politica tornò nel 1669 con il ritorno di Filippo Colonna, duca di Tagliacozzo e marchese d' Atessa, rimanendo di questa famiglia sino all'eversione della feudalità. Il nome Fara Filiorum Petri significa letteralmente "borgo dei figli di Pietro" e deriva dal dominio medioevale del monastero di Montecassino. Il paese è famoso per le festività invernali in onore di San Antonio che secondo la leggenda, nel 1799 salvò il paese dall'esercito francese. Ogni 16 gennaio vengono arse in piazza 12 farchie (torri di canne secche) in ricordo dell'evento.