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Capoluogo di Provincia marchigiano e sede vescovile, posta su una valle tra i fiumi Tronto e Castellano, Ascoli Piceno è una cittàdina ricca di monumenti e di storia, importante per la produzione del vino e delle sue famose olive verdi ascolane. La sua origine è molto antica ed è attribuita ai piceni che la costruirono per l’ottima posizione difensiva del luogo su cui sorge. Nel 286 a.C. insieme a tutta la regione fu però oggetto della conquista romana. Nel 91 a.C. fu tra le città promotrici della guerra sociale contro Roma, ma la difesa degli ascolani non poté nulla contro Pompeo Strabone che nell’89 a.C. riconquistò la cittadina che fu messa a saccheggio. Risorgerà in epoca imperiale, ossia nel IV secolo, quando diverrà la capitale del Piceno Suburbicario per opera della divisione amministrativa attuata da Massimiano. Nel 578 d.C. sarà conquistata dai Longobardi che la incorporarono nel ducato di Spoleto. Nel 774 dichiarata contea da Carlo Magno sarà sottoposta al dominio della chiesa; nel 1185 si eresse a libero comune e ciò coincise col periodo in cui ampliò il suo territorio. Verrà in seguito devastata da Federico II nel 1242 e cadrà sotto il governo di Galeotto Malatesta nel 1349. Dopo di lui il dominio della città andò agli Sforza fino a passare a quello della Santa Sede alla quale appartenne fino al 1860: anno in cui sarà unita con plebiscito all’Italia e dichiarata capoluogo d’una delle quattro province delle Marche. Da allora la città si è estesa verso est e verso nord triplicando il numero dei suoi abitanti. Arte. Città romana e poi medievale, mantiene intatte molte caratteristiche dell’abitato romano tra cui alcuni resti romani come il ponte di Solestà ed il ponte di Cecco, il teatro, la porta Gemina e i ruderi del Capitolium sul colle dell’Annunziata. La città medievale sviluppatasi soprattutto nei secoli XII e XIII ricalca la pianta a scacchiera della città romana su cui sorge. Si è ulteriormente sviluppata nel rinascimento in cui il centro costituito da piazza del Popolo sarà rivisitato secondo il gusto e l’arte dell’epoca. Nel ciquecento infatti Pietro della Carona la regolarizzerà su tre lati uno dei quali caratterizzato da una facciata continua di portici interrotti dal Palazzo dei Capitani del popolo risalente al XIII secolo. Il lato settentrionale è occupato dal fianco della chiesa gotica di S. Francesco ( 1282-1371) caratterizzata dai due sottili campanili fiancheggianti la cupola ottagonale. Significativo anche il Battistero romanico di forma ottagonale su pianta quadrata con loggette cieche di tipo lombardo, si trova sul fianco del duomo. L’influsso lombardo è visibile anche nella chiesa romanica di S. Vittore, mentre la chiesa dei SS. Vincenzo e Anastasio presentano una facciata a riquadri geometrici di tipo umbro. La città conserva intatte vie e quartieri in cui torri, chiese medievali e palazzi del rinascimento si susseguono in armoniosa e compatta sequenza, come accade ad esempio in via dei Soderini e in via di Solestà. Gastronomia e vini. Sono note le olive ascolane ripiene di carne, impanate e fritte, i “piconi” ripieni di formaggio, i cannelloni all’ascolana. Spiccano tra i secondi piatti il capretto arrosto e l’abbacchio mentre le specialità dolciarie sono invece i dolci di pasta di pane imbottiti di pecorino detti “caciuni”, le ciambelle al mosto e la torta rustica “festingo” preparata in occasione delle feste natalizie è a base di fichi secchi, farina gialla, mandorle ed uva passa. Il vino bianco è il “falerio dei colli ascolani”, ed il rosso il “rosso piceno”. Manifestazioni. Oltre al carnevale in Piazza del popolo, tipico è il torneo cavalleresco della quintana che si svolge la prima domenica di Agosto con costumi quattrocenteschi.