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Arquata del Tronto è un comune di 1.481 abitanti della provincia di Ascoli Piceno (Marche). É l’unico Comune d’Europa racchiuso all’interno di due Parchi Nazionali, il Parco del Gran Sasso e Monti della Laga a sud e il Parco Monti dei Sibillini a nord. La cittadina dista circa 30 Km dal capoluogo di provincia: Ascoli Piceno. Ha un’estensione superficiale di circa 92 Kmq, si trova a 777 slm, conta tutto il suo comprensorio circa 4200 abitanti. Si estende nella zona sud-occidentale della Regione Marche e confina con 3 regioni: Abruzzo, Lazio e Umbria. Da sempre terra di confine. Famoso per il suo paesaggio caratterizzato da pareti scoscese, dall’avvicendarsi di boschi e pendii, da ampie balconate naturali da cui l’occhio spazia su verdi campi in un unico immenso declivio, si può scorgere, su di uno sperone di roccia, la Rocca di Arquata.Della sua origine si hanno notizie incerte, studiosi la riconducono all’antica Surpicarum messa tra le due “Statio” della Tavola Peutingeriana, Ad Martis e Ad Aquas. Poi Arquata dal latino ARX rocca, e del Tronto per il fiume che la bagna. Regia Terra Arquata Potens com’è detto nello stemma comunale. Si pensa che fosse un paese dei Sabini e che più tardi divenne dei Romani. Citazioni della terra Arquata si trovano nel sec. XI. Raggiunse il suo massimo splendore nella prima metà del XV sec. per volere della Giovanna II d'Angiò di Napoli, incoronata da Papa Martino V, la sovrana risedette nella Rocca dal 1420 al 1435. Per questo la definizione “Castello della Regina Giovanna” e una leggenda vuole che il suo fantasma si aggiri, ancora oggi, per le stanze del maniero. Ascoli, interessata ai territori dell’alta Valle del Tronto, nel 1255 condurrà la città ad un importante trattato con Norcia.In pieno periodo Comunale 1293, Arquata insieme ad altri comuni, quali Montemonaco e Colloto di Manilia, rinnovò i patti di fedeltà alla città di Ascoli.A seguito dell’invasione francese, 1809, la prefettura di Norcia decadde e Arquata fu assoggettata a Spoleto, allora capoluogo del Dipartimento del Trasimeno. In quel periodo fu capoluogo di cantone, fu restaurata la Rocca e armata di piazzuole di artiglieria. Fu dotata di una guarnigione permanente e divenne il terzo fortilizio del Dipartimento con le Rocche di Perugia e Spoleto. Dopo la caduta di Napoleone, il governo Pontificio della restaurazione, la levò all’Umbria, e la incorporò nella delegazione di Ascoli Piceno partecipando alla giurisdizione pretoriale nel 1832.