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Sulle pendici meridionali delle colline pisane, su un crinale di tufo, si incontra, in bella posizione, il paese di Riparbella: il suo sviluppo, nel tempo ha preso forma longitudinale, contrariamente agli altri paesi limitrofi che hanno forma circolare. Probabilmente prende il nome dal biancore delle terre di tufo e di sabbia su cui originariamente sorse "Ripa Albella" (Ripa Bianca). Il centro storico sorto intorno al castello è originariamente medioevale, e risale circa all'anno 1000, per opera dei Conti della Gherardesca fu distrutto nel 1446. Il primo vero documento che parla di Riparbella fu redatto in Pisa il 14 settembre 1125. Nel 1406, già possesso dell'Arcivescovo di Pisa, Riparbella si arrese alla Signoria Fiorentina. Durante la guerra tra Firenze e le truppe di Alfonso d'Aragona re di Napoli, nel 1477, Riparbella fu completamente distrutta. Nel 1635 i Medici trasformarono la Comunità di Riparbella in marchesato e la affidarono ad Andrea Carlotti di Verona. Nel 1737 i suoi successori la vendettero al fiorentino Carlo Ginori. Resa autonoma con Leopoldo di Lorena nel 1780 che bonificò e dissodò i terreni promovendo l'evoluzione economica e demografica. L'infeudazione della Comunità determinò per un lungo periodo d'involuzione economica e demografica. Lo sviluppo riprese dal 1755 con l'abolizione dei feudi e già nel 1873 il Comune contava 3793 abitanti. La produzione agricola si orientò su cereali, viti e olivi (come oggi). L'industria negli anni 1920-30 si basava su piccole aziende artigiane, sull'escavazione di sabbia, ghiaie, e su una fabbrica di materiali da costruzione. Nel 2005 conta 1200 abitanti circa compresa la campagna. Vicoli ed abitazioni antiche, tra cui risalta un ben conservato edificio del XV secolo, rendono suggestivo il centro storico, creando un'atmosfera tranquilla, quasi irreale. Interessanti il Palazzo Comunale e la Chiesa di san Giovanni Evangelista.