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Fosdinovo vede le sue origini collegate ad un nuovo tracciato tra la zona costiera e le valli più interne della Lunigiana. Da qui trae il suo nome (da Fauce Nova, ovvero nuovo passo), per la prima volta attestato nell'XI secolo. Dopo il dominio di una consorteria nobiliare, detta dei Domini di Faucenova, il possesso e i diritti sul borgo passarono nel 1340 a Spinetta Malaspina il Grande, che ne fece sede privilegiata dei suoi ampi possedimenti, forse ampliandone il castello, ancora oggi di proprietà dei suoi lontani eredi e visitabile. Il periodo aureo di Fosdinovo è quello che abbraccia i secoli della fine del XV al XVIII, quando la notevole presenza demografica (il borgo superò i 1500 abitanti all'interno delle mura) e la ricchezza dei marchesi Malaspina fecero di Fosdinovo una Civitas Imperialis e la dotarono di stupendi monumenti e chiese (Oratorio dei Bianchi e dei Rossi, Chiesa parrocchiale di San Remigio, palazzo all'interno del Castello Malaspina).L'economia rimaneva tuttavia sostanzialmente agricola e pastorale, mentre mancavano altre risorse naturali di maggiore peso economico. Per questo nei secoli XIX e XX dobbiamo pensare ad una società pittosto povera nel suo complesso, pur con una relativa ricchezza del capoluogo, che si connotava quasi, non tanto per le dimensioni, quanto per il peso sul territorio, come piccola cittadina. La sua felice posizione geografica, la bellezza del paesaggio e la mitezza del clima estivo ne fecero, nel Novecento, luogo privilegiato di villeggiatura. Oggi la vocazione turistica, legata ai monumenti, alla cultura e all'ambiente, rimane certamente prioritaria, sebbene l'agricoltura di qualità (vino e olio in primis) stia ricoprendo un ruolo sempre più importante nell'economia del territorio.