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Parlando della Calabria ed anche di Sellia Marina, non si può evitare di accennare a quelle tradizioni religiose, a quelle superstizioni, tipiche dei popoli, che hanno in sé sempre qualcosa di magico. Talune credenze ancora vive posano le loro basi proprio sulla Magia Simpatica o sulla Magia Omeopatica o anche sulla Magia Contagiosa, che si ritrovano nei riti pagani greco-latini, a volte in religioni pagane ancora più antiche, e questi a loro volta seppur inconsciamente si mescolano nei riti cristiani, nelle credenze popolari o nelle superstizioni, come ad esempio alcuni sono ancora convinti che una pietra di salgemma, tenuta in casa, allontani il malocchio. L'usanza di scambiare doni da Natale sino all'Epifania risale agli immemorabili tempi delle feste Saturnali in commemorazione della comparizione di Saturno nel Lazio o l'uso delle frittelle, o crespelle, o pettole, era già comune presso i Romani. Antica credenza, ad esempio, era quella che "...in memoria dell'età primitiva del mondo si restituisca in questi giorni - secondo quanto scritto anche dall'A.A. Vincenzo Borsa - il perduto linguaggio agli animali, secondo alcuni questo avviene nella notte dell'Epifania, secondo altri in quella di Natale (...)" e che quindi tornino a parlare gli animali, ma non solo, le piante danno di nuovo frutti, scorre olio nei fiumi, miele nelle fontane, gli oggetti si trasformano in oro e in perle, ma a tutti si fà divieto di udire e vedere, pena una immediata morte. Un rapporto ancora più antico ha il Calabrese col fuoco e col camino, moderno sostituto degli antichi focolai e bracieri. In molti paesi, un po' per l'economicità, un po' per la compagnia, non si rinuncia al focolare. I pagani attribuivano un potere divino al fuoco, il quale era vita e luce, tanto che sotto la sua forma, credevano, apparissero gli dei durante i solstizi; i cristiani da parte loro, abili nel trasformare gli altrui riti in propri, spostarono apparizioni divine in quei periodi relativi a Natale o a Pasqua. In modo particolare a Natale o alla sera di Capodanno perdura l'usanza del ceppo o del falò. Si usa costruire una grande catasta di legna e la notte di Natale si accende un gran fuoco che si fa consumare per tutta la notte da solo, facendo fare "alla Natura" e senza aggiungere ulteriore legna. In tempi remoti i tizzoni di quel sacro fuoco venivano conservati, perchè si riteneva che allontanassero i tuoni e le tempeste, se esposti in tempo dalle finestre. La celebrazione del Natale non ha, oltre al tradizionale ceppo, non ha ulteriori caratteristiche, mentre meritano di essere ricordate anche la ricorrenza della Festività del Santo Patrono, San Nicola di Bari, ogni 27 Maggio, la celebrazione liturgica della Sacra Cena con rappresentazione teatrale della Passione e Morte di Cristo ("a cadenza quinquennale"), la "Confrunta" a Pasqua, altre feste patronali rionali (La Madonna del Carmine, il 16 Luglio a Uria, la Madonna del Rosario, il 7 Ottobre a Calabricata, Sant'Antonio, il 13 Giugno a Feudo De Seta).