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Posto sulla sommità di un crinale che delimita uno dei numerosi bacini secondari con fluenti nel fiume Bradano, Miglionico è un centro abitato sviluppatosi nella configurazione attuale tra il sec. XI e XVII su un sito già occupato da popolazioni indigene fin dal VIIII sec. a.C. Gli scavi e le ricerche archeologiche, pur non condotte su vasta scala ed effettuati spesso in seguito a saltuari e sporadici ritrovamenti, consentono, tuttavia, di delineare una ipotesi di localizzazione e di sviluppo degli insediamenti umani succedutesi nelle adiacenze e sulla collina occupata dal centro abitato attuale. Già dalla fine del secolo scorso gli storici locali segnalavano numerosi ritrovamenti di tombe isolate e necropoli sopratutto all'interno dell'area circoscritta dal centro storico, sul pianoro adiacente la via Lucana, allora in costruzione, e nei pressi del cimitero e della cava S. Rocco. Le imprese costruttrici, sbancando i pendii, avevano manomesso un vasto sepolcreto in seguito scavato ed indagato negli anni trenta, ma già nel 1811 la necropoli adiacente il cimitero era stata in parte scavata su indicazione dell'allora Intendente di Basilicata, ma dei ricchi corredi ben presto se ne persero le tracce. Nel 1847 altri ritrovamenti, nella medesima area e nel centro storico, procuravano al Sottintendente di Matera, Nicolo Jeno de' Coronei un gran quantitativo di terrecotte e oggetti bronzei, in parte descritti dal Ricciardi, il quale segnala anche una tomba rinvenuta nel centro storico in un sito non meglio indicato con un corredo di trenta vasi, un'armatura e monili in oro, ed altre sepolture venute alla luce nella zona immediatamente antistante l'ingresso del castello. I miglionichesi, almeno quelli di un tempo, chiamavano il loro paese "Napolicchio", piccola Napoli. Pare che un re napoletano, sollecitato da un cittadino buontempone che sognava di avere il nome di una capitale per il suo piccolo paese, avesse chiesto una tale grazia al suo re. E il re, ancora piu' buontempone, concesse cotanta grazia. Naturalmente questa leggenda l'aveva raccontata Vincenzo, nei suoi incontri serali nella casa del direttore allorchè tentava, con fatti e fatterelli, di riempire le vuote serate. Anche perchè lui era nato in quel di Miglionico.