Capacità ricettiva

Camere n. --
Suites n. --
Bagni n. --
Sale Riunioni: --
Sale Convegni: --

Servizi

Clicca sule icone per vedere le immagini ingrandite
Il paese è situato sul monte Cenopara e le sue origini, da quanto si è appreso dai reperti archeologici ritrovati sul territorio, sembrano risalire al 1100. Originariamente il luogo era menzionato col nome di BALIO, nel 1500 è citato in un atlante come LOVAGLIO, mentre nel 1800 in un atlante del Regno di Napoli appare come VAGLIO al quale successivamente venne aggiunto l'appellativo BASILICATA.Nel 1268 il centro fu assalito e distrutto dalle forze angioine che vi si rifugiarono dopo essere state sconfitte ad Acerenza da Enrico da Rivello. Per un periodo di tempo non si hanno più notizie e piùprecisamente fino al 1582, quando il territorio divenne feudo degli Spinelli. In seguito il feudo fu venduto ai Salzar, a cui seguirono i Massa ed infine, nel 1670, fu dominato dai Quarto di Laurenzana. Nel 1799 il paese prese parte ai moti repubblicani, mentre nel 1861 fu sconvolto e saccheggiato dai briganti capeggiati da Crocco e da Borjes. Attraverso un bell'androne ed una porta medioevale si accede al centro storico, caratterizzato da palazzi con eleganti cancelli e particolari balconi in ferro battuto del 1700 e 1800. Noto è il palazzo Tamburrino con caratteristiche medioevali ed un imponente portone. Nella piazza del paese si trova una bellissima fontana del 1800 e nelle vicinanze è anche situato l'ex Convento di Sant'Antonio di epoca rinascimentale, di cui si può ammirare il portale. La chiesa, annessa al convento, conserva nell'interno oltre a vari altari in legno lavorato del XVII sec. come l'altare maggiore intagliato e dorato, anche interessanti affreschi dello stesso secolo. Di interesse artistico è la chiesa madre del 1400 dedicata a San Pietro Apostolo, che conserva vari dipinti del XVI e XVII secolo tra cui la Natività di Cristo, opera di Avilius De Laurentis, e custodisce il corpo di San Faustino Martire, patrono del paese. Suggestiva è la chiesa dell'Annunziata, che conserva nell'interno un dipinto del 1500 raffigurante la Madonna col Bambino, opera di A. Stabile. Non lontano dall'abitato, in località "Serra San Bernardo", è situato lo scavo archeologico che ha riportato alla luce un insediamento indigeno risalente al periodo compreso tra l'VIII e IV sec. a. C.. L'antico centro era formato da edifici rettangolari con fondazioni in pietra e tetti ricoperti da tegole, articolati lungo un asse stradale principale e una serie di stradine laterali e si estendeva su un'area di circa 24 ettari. L'insediamento, che fu racchiuso da una cinta muraria formata da blocchi di pietra a forma di parallelepipedo e di ingressi monumentali, nel IV sec. a. C., fu abbandonato nel III sec. a. C.. In località "Macchia di Rossano", zona ricca di sorgenti d'acqua, è situato il Santuario dedicato a Mefitis, divinità femminile delle acque, designata con l'attributo di Utiana, come rivelano alcune iscrizioni in alfabeto greco recuperati nel Santuario. L'area Sacra era caratterizzata da un ampio sagrato lastricato ed aveva un altare centrale con una serie di ambienti laterali dotati di sistema idraulico che veniva usato durante i riti sacri. Nel territorio praticata è la coltura di cereali e diffusi sono gli allevamenti zootecnici.