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Senise è sede di importanti testimonianze storico-culturali. Sorto sulla collina a sinistra del torrente Serrapotamo,ha la forma di un triangolo, le cui case si succedono in file regolari scendendo verso il basso con un sistema difensivo determinato, sui bordi esterni, dalla fusione di più abitazioni che si aggiunge a quello naturale costituito dai fossi Spaccone Calancone. E' conservato il caratteristico centro storico con i suoi larghi, vicoli, archi, comignoli particolari, innumerevoli grotte scavate nella roccia; sulle stesse è stato costruito l'intero vecchio abitato. Varie ed incerte sono le notizie circa le origini di Senise, alcune delle quali non confortate da prove documentali ma affidate a leggende. Una vuole l'attuale abitato sviluppato, nei primi secoli del secondo millennio, intorno al convento di San. Francesco, nei cui pressi, assistiti dai frati, si sarebbero trasferiti i sopravvissuti alla peste dal vecchio abitato in c/da Visciglio. Di certo sappiamo che agli inizi di questo secolo mentre si effettuavano lavori di scavo per l'impianto di un vigneto, in località San Filippo sono affiorati i resti di una villa di epoca Romana; da ciò si deduce che la probabile fondazione risalga al primo impero. Va inoltre ricordato che nel 1916, in contrada Salsa furono scoperte tombe contenenti oggetti d'oro di età barbarica di mirabile fattura ed attualmente conservati nel museo Archeologico Nazionale di Napoli, noti come ori di Senise, che sono sicura testimonianza di una presenza stabile dei Longobardi in questi luoghi; da successive ricerche si può affermare che Senise fu invasa anche da Goti, Ostrogoti e Saraceni. Senise fu sede Vescovile e luogo di culto e di monasteri: di almeno quattro (Filippini, Cappuccini, Francescani e Domenicani ) si hanno notizie certe e riscontrate. Del primo non rimane che il nome alla contrada San Filippo ove era ubicato il monastero; del secondo esiste il Convento dei Cappuccini, intatto nella sua struttura originaria e nel chiostro, attualmente di proprietà privata; del terzo esiste tutta la sua struttura originaria e la chiesa di San Francesco - aperta al culto - del quarto esistono testimonianze nella storia dell'Ordine dei Domenicani da cui risulta che dal 1515 al 1640 Senise fu sede di una "GRANGIA "( ancora oggi il luogo porta tale nome):furono i Domenicani ad introdurre in Senise il culto per la Madonna di Pompei. Racioppi ritenne che il nome derivando da Sentia ( poi Sensia, Senisia ) significasse luogo di spine. Il De Grazia attribuisce la derivazione dal toponimo dal fiume Sinni. Dove oggi c'è la diga di Monte Cotugno, la più grande d'Europa in terra battuta che serve per l'approviggionamento idrico di grande parte dell'Italia Meridionale, un tempo fiorivano i giardini, famosi per la produzione di ortaggi e "Zafarano" il tipico peperone di Senise rinomato e apprezzato in tutta la Basilicata e nelle Regione limitrofe. Caratteristiche sono le case rurali realizzate su fondazioni di ciottoli fluviali con muri in mattoni crudi costituiti da argilla e paglia essiccata. Il tetto, sorretto da travi in legno, è costituito da ordito di canne legate fra loro con laccioli ed impasto di argilla e paglia su cui venivano posati gli embrici.Tale tecnica veniva usata anche per la costruzione di pareti divisorie.