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Il Paese si trova su un dosso posto tra due rami del torrente Trigella che scorre alle pendici nord-orientali del monte Raparo. La sua origine si deve ai monaci basiliani, qui giunti verso il X secolo. Successivamente fu possedimento di diversi signori fra cui i conti di Chiaromonte, dei Templari, dei Geromilitani. Nel XV secolo passò all’ordine di Malta che lo popolarono con profughi albanesi. Carlo V lo assegnò ai Vergari e da questi passò ai Sifola. Protettrice del paese è S. Maria della Rupe che si festeggia il 20 agosto. La Val d'Agri si estende per circa 500 kmq, nel cuore dell'Appennino Lucano in direzione nord ovest-sud est. Le valli cosi orientate, scavate fra le grandi dorsali calcaree, sono tipiche della parte occidentale della Basilicata. Dal punto di vista geologico siamo di fronte ad una notevole varietà di elementi: ai calcarei dolomitici del Mesozoico, dei quali sono composti i principali rilievi, s'affiancano i depositi lacustri del periodo pleistocenico. In quest'era geologica - di controversa datazione, ma che ha il suo limite estremo in circa 10.000 anni fa - tutta la zona era occupata da un vasto lago, alimentato dagli attuali affluenti dell'Agri. Oggi è il fondovalle ad essere invaso dalle acque di questo fiume di 136 chilometri di lunghezza che ha le sorgenti sulle falde meridionali del monte Maruggio e alle pendici occidentali del monte Volturino e sfocia in mare nel Golfo di Taranto, presso Policoro. L'Agri, al contrario di altri fiumi lucani, presenta un corso regolare non soggetto a piene improvvise. Forse questa sua qualità è all'origine del nome: Agri viene infatti collegato all'aggettivo "akìros" che significa "lento e tardo, senza moto". Lo sbarramento realizzato all'altezza di Spinoso - mediante la realizzazione di un'imponente diga di 100 metri d'altezza e 380 di lunghezza - ha fatto nascere il lago artificiale della Pietra del Pertusillo, un invaso della capacità di 155 milioni di metri cubi d'acqua. Se è il corso dell'Agri a caratterizzare il fondo della vallata, sono le vette dei monti a fare da guardiano e delimitare la Val d'Agri, con il massiccio del Volturino, il monte di Viggiano, il monte Raparo e il monte Sirino.