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Faenza, di origine romana, è una splendida città d'arte la cui fama brillava già nel periodo rinascimentale per la produzione di oggetti in ceramica, di squisita fattura, esportati in molti Paesi europei. Il toponimo stesso è diventato sinonimo di ceramica (maiolica) in molte lingue, tra cui il francese (faiance) e l'inglese (faience). La città fiorì notevolmente, a partire dalla seconda metà del I secolo d.C., per la sua vocazione agricola e lo sviluppo di attività industriali quali la produzione di oggetti d'uso in ceramica, laterizi, e tessili in lino. Dopo un periodo di decadenza che dal II secolo si protrasse fino al primo Medioevo, ritrovò la prosperità a partire dall'VIII secolo. Intorno al Mille, con il governo dei Vescovi, e successivamente nell'età comunale, visse un lungo momento di ricchezza ed espansione edilizia che avrebbe raggiunto il suo culmine nell'età della signoria dei Manfredi. Con il governo di Carlo II Manfredi, nella seconda metà del XV secolo, venne infatti realizzato il piano di rinnovamento urbanistico del centro cittadino. Dopo un breve dominio veneziano, Faenza entrò a far parte dello Stato della Chiesa fino al 1797. Il volto attuale della città si è dunque formato in questo lungo arco di evoluzione storica, arricchendosi nel tempo di architetture di grande pregio, con una forte caratterizzazione rinascimentale e neaclassica.