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Con una superficie comunale di 43,76 kmq, il paese si trova ai piedi della Majella, allo sbocco di un grandioso vallone carsico, ed è attraversato dal fiume Verde, le cui acque alimentano prestigiosi pastifici noti in tutto il mondo. La zona è particolarmente ricca di bellezze naturali, preservate dalla Riserva Naturale Orientata Fara San Martino-Palombaro. L'insediamento di Fara (toponimo longobardo che sta per "tribù") risale all'epoca romana, ma si sviluppò con la colonizzazione monastica benedettina, attiva in zona nei secoli IX-X. Nel nucleo più antico (Terravecchia), la chiesa di san Remigio, che conserva una pregevole tela seicentesca e opere di oreficeria sacra dei secoli XV-XVIII. Uscendo dall'abitato e passando attraverso le suggestive Gole di santo Spirito si vedono i resti dell'importante Abbazia di San Martino in Valle, fondata nel 1044 e decaduta nel corso del quattrocento. Su tutto il territorio circostante sono presenti grotte, usate dai pastori come ricovero e luogo di culto, di cui la più importante è la grotta di sant'Angelo, nel territorio della vicina Palombaro: eremo leggendario, nel XI secolo vi venne costruito un santuario, annesso al Monastero di San Martino in Valle, la cui piccola abside i pietra è il resto più evidente.