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Calci sorge lungo il torrente Zambra, a metà strada tra la città di Pisa e quella di Lucca. L'economia locale si basa su attività agricole, sulla pastorizia e su numerose industrie operanti nei settori tessili, conciarii e della produzione di materiali da costruzione. Il nome della località deriva con tutta probabilità dal termine "calce" con riferimento a alcune "fornaci di calce" che erano attive in loco. I primi insediamenti abitativi nella zona di Calci risalgono all'epoca romana: in quel tempo la località era conosciuta con il nome di "Locus Calcis", per l'abbondanza di cave di calce nella zona. Nel corso del Medioevo sorsero nel territorio di Calci i primi edifici religiosi sotto la giurisdizione del Vescovado di Pisa, attorno ai quali la comunità si raccolse costruendo le proprie abitazioni. Successivamente lungo il torrente sorsero anche i primi mulini e opifici e le prime botteghe artigiane per la lavorazione della lana e delle pelli. Nel XIV secolo, in seguito alla caduta della Repubblica di Pisa, il borgo di Calci divenne proprietà della Repubblica di Firenze e governato dai Granduchi de' Medici. All'inizio del XVIII secolo il borgo passò per eredità ai Duchi di Lorena, i quali non mutarono il precedente assetto territoriale e Calci potè riconquistare la sua autonomia solo dopo la sua annessione al Regno d'Italia avvenuta nel 1861 ad opera del Re Vittorio Emanuele II di Savoia.