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Il paese sorse e si sviluppò, a cavallo tra il XVII e il XVIII secolo, nel territorio di Scigliano di cui divenne casale (pare che Mannelli, San Tommaso e Fornello costituissero esattamente il terzo casale). Fu concesso in feudo alla famiglia cosentina Passalacqua che costruì un palazzo con annesso oratorio in località Monticello, tra Fornello e Mannelli. Si tramanda che la zona fosse particolarmente ricca di suberi, particolare che ha indotto molti a rintracciare in questa parola l'origine del nome. A questo proposito gli studi più accreditati scompongono il toponimo in Mannelli (un cognome che deriva probabilmente da Emmanuel o dal greco matelios, fazzoletto) e Soveria (nome locale di estrazione fitonimica da sorbo o dal calabrese suveru, sughero, con il suffisso di origine greca -ia che designa un collettivo, sughereto). Nel corso del XVIII secolo il paese assistette a un forte incremento demografico. Molte famiglie sciglianesi, infatti, si trasferirono nei casali, dove possedevano terreni e case, abbandonando luoghi sempre più colpiti da epidemie e abitazioni danneggiate dai continui terremoti. Soveria diventò Comune il 19 gennaio 1807. In questo secolo la sua storia si è arricchita di due episodi emblematici. Il primo è ricordato su una lapide che si trova in località Mannelli Bassi, teatro della rivolta popolare del 22 marzo 1806. In questo giorno, infatti, i soveritani reagirono all'occupazione dei Francesi che imperversavano in questa zona. L'altro episodio, invece, è legato al passaggio di Garibaldi in Calabria. L'esercito borbonico infatti, al comando del generale Ghio, si accampò nel territorio di Soveria per tentare di bloccare la marcia della spedizione dei Mille. Dodicimila soldati appostati in attesa dell'agguato a sorpresa. Garibaldi però, informato delle intenzioni del nemico, ordinò ai corpi volontari di affrettare l'avanzata e di chiudere tutti i passaggi. I garibaldini, quindi, riuscirono a circondare l'esercito borbonico che il 30 agosto 1860 dovette accettare la resa. Tra mare e monti, l'Ostello "La Pineta" è incastonato nel verde dei boschi della Sila. L'ambiente è veramente unico e notevoli sono le possibilità di escursioni per tutti i gusti come a San Giovanni in Fiore con la sua imponente Abbazia o a Taverna per ammirare le tele di Mattia Preti. Ma anche gli appassionati di sport invernali non rimarranno delusi. Ad agosto poi, la manifestazione, ormai decennale, «Essere a Soveria», organizzata da Comune e Pro-loco, accoglie i turisti con concorsi, sagre, convegni e manifestazioni sportive. E per i gruppi-classe di 25 persone ed oltre, organizza visite guidate a carattere culturale e naturalistico, aventi come mete il Parco Nazionale della Calabria, i centri principali della Sila Grande, l'Aspromonte, la Sila Piccola, la Costa tirrenica del Golfo di S. Eufemia a Praia a Mare e le splendide spiagge del litorale ionico. Fra gli spunti culturali offerti: Reggio Calabria, Stile, Riace, Catanzaro, Taverna, Villaggio Mancuso, ecc.