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Montepaone é una suggestiva cittadina della "Riviera di Nausica", affacciata sul Golfo di Squillace e situata nella parte più stretta del territorio regionale, l'istmo di Catanzaro, tra la scogliera di Pietragrande e la baia di Soverato. Essa offre un preludio di vacanze alternative mare-monti in tutti i periodi dell'anno. Il suo nome deriva dal latino Mons Pavonis, cioè Monte del Pavone,propabilmente perché un tempo, come si racconta, vi si allevavano i pavoni o, più esattamente, per la sua altera posizione geografica. Il paese infatti, é sormontato dal monte "La Rosa" (709 m. s.l.m.) e si presenta disteso su un'amena collina a 367 m. s.l.m., per cui difficilmente passa inosservato. La Chiesa dell'Immacolata del XVI secolo, con i suoi due campanili, si innalza sul borgo antico valorizzandone le caratteristiche e alimentando un discreto interesse, Le abitazioni di più recente architettura si sviluppano lungo i pendii scoscesi, a metà collina, e sembrano voler ergere un ideale ponte di collegamento con la popolatissima e ridente frazione turistico-balneare , un tempo Muscettola a 7 Km dal centro storico, e con le frazioni minori e più interne di Timponello, Sant'Angelo e Paparo. Il suo territorio si estende su una superficie complessiva di 1695 Kmq ed é attraversato dai torrenti Grizzo, il latino Milites, e Orcolo, alimentati dalle acque piovane in inverno e secchi d'estate. La popolazione é costituita da 4416 abitanti. Storicamente i primi nuclei abitativi si svilupparono sul litorale jonico e si ebbero formazioni atnoculturali diverse, precedenti alla civiltà greca e influenzate dalla cultura dei primi navigatori Micenei e dei Bruzi. Nell'VIII sec. A.C. anche in Montepaone divenne colonia grca ed entrò a far parte delle città della Magna Grecia beneficiando di indiscussa civiltà fin quando non alimentò gli appetiti egemonistici dell'impero romano che stava estendendo i suoi confini su tutto il territorio della Calabria, allora denominata Ager Bruttium, Campo dei Bruzi, terra coltivata dai Bruzi. Il processo di latinizzazione costrise le popolazioni dei Bruzi e dei Magnogreci ad essere sottomesse alle regole e al potere di Roma. Il declino culturale ed economicosi accentuò durante il Medioevo con le invasioni barbariche e pirateresche. In questo periodo, per sfuggire alle incursioni dei Saraceni e dei Turchi ed alla malaria, gli antichi abitanti, i laziali Aurunci, abbandonarono le coste e si stanziarono, intorno all'anno 1000, prima a metà collina, fondando l'antico casale "Aurunco", tra contrada Runci e Chiusi, e successivamente, per maggior sicurezza, sulla parte più alta, l'attuale centro storico, difficilmente raggiungibile. L'accesso al paese era possibile attraverso le due porte principali: U Canceddhu, per appunto il Cancello, e A Porta e Jusu, La Porta di Giù. A citateddha, La Cittadella, rappresentava l'originario centro insediativo del tempo. Sicuramente anche Montepaone venne fortificato con un castello e una cinta muraria, basti ricordare le località dette "Sutta i Mura", Sotto le Mura, e "Sutta i Carceri" Sotto il Carcere. Piazza Immacolata, intorno alla Chiesa Matrice, rappresenta, per Montepaone Centrop, il proncipale luogo d'incontro; a renderla particolarmente suggestiva e significativa c'é "L'Olmo", un albero che per i Montepaonesi ha un enorme valenza storico-sociale: esso rappresenta "L'Albero della Libertà", l'emblema del passaggio dalla tirannia alla presa di coscienza collettiva dei diritti civili; dalla sottomissione all'affermazione della volontà popolare e della libertà di pensiero. Fu piantato nel 1799 non solo in Piazza Immacolata ma anche in altree vie, a testimonianza dell'adesione della municipalità montepaonese alla Repubbliva partenopea. Per negligenza ed incuria degli altri esemplari oggi non c'é traccia. Come non vi é traccia delle fontane in ghisa che rappresentavano, un tempo il punto d'incontro per le donne che vi andavano a riempire d'acqua le "brocche". Il pavone e l'olmo, a giusta ragione, sono gli emblemi del paese. Aurunco é l'antico nome di Montepaone.