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Il piccolo paesino, (m 352, ab. 9882), ha origini che risalgono nell’antichità, fino al 1000 a. C. Tutto questo viene testimoniato dai rinvenimenti avvenuti, per mezzo di scavi archeologici, nelle vicinanze dell’abbazia. Da questi scavi, sono stati rinvenuti, tombe con corredi funebri e fornaci, che stanno a indicare l’esistenza di una produzione fittile. Infine, fu rinvenuta anche la statua di Aiace Telamone, oggi tenuta nel Museo Nazionale di Reggio Calabria. Il territorio, fu conquistato prima dai normanni, nell’XI secolo, poi fu feudo dei Maccabeo e infine di Roberto I il Guiscardo, infine, nel periodo angioino, furono un succeguirsi di famiglie proprietarie. Il convento di San Francesco, risalente al periodo tardo rinascimentale, situato nell’omonima piazza, ospita il museo etnografico. I padri cappuccini, hanno effettuato una raccolta di attrezzi e suppellettili del mondo contadini, ormai andati in disuso. Altro luogo da visitare, è Piazza Roma, dove al centro è eretto un obelisco e sopra di esso c’è la tatua del patrono del paese: san Rocco. Sempre su questa piazza, che è il centro del paese, i affaccia la chiesa, dedicata sempre al fondatore, di origine cinquecentesca, ricostruita poi, in seguito a un disastrosissimo terremoto nella seconda metà del XIX secolo. Da questa piazza, parte il corso della Repubblica, dove vi si affacciano tutti palazzi risalenti al XVII secolo e edifici di culto. Come per esempio la chiesa di Sant’Agostino, che si può raggiungere tramite l’entrata presso tre archi. Tale edificio di culto, risale al XV secolo, mentre l’interno è decorata e arredata in stile settecentesco. Superlativo è il portale, ornato da colonne su alti plinti che culminano in capitelli figurati della chiesa di Santo Stefano, risalente al periodo normanno. Ancora, la chiesa Madre, intitolata ai San Pietro e Paolo e ora chiusa per restauri. Di origine seicentesco, ma non rimane nulla della chiesa originaria, in quanto ricostruita nella prima metà del XIX in stile tardobarocco. Altre chiese, molto belle, che si affacciano sul corso sono: la chiesa dell’Immacolata e la chiesa della madonna delle grazie. L’edificio principale del paese da visitare, è l’abbazia di San Michele Arcangelo. Anche se i paesani, dicono che l’abbazia ha origini in un tempo lontano, le prime testimonianze storiche risalgono al periodo della dominazione normanna. Durante il corso dei secoli, l’abbazia fu ricostruita principalmente in tre periodi: nel XIII secolo, nel XV secolo e nella seconda metà del XVIII secolo. Tutto questo spiega il perché dell’abbazia originaria non rimangono moltissime tracce e perché è stata strutturata su due livelli. Il piano terra era adibito a refettorio e servizi, ed era collegato alla chiesa, ancora, era occupato dalla biblioteca, dall’infermeria, foresteria, infine dall’appartamento dell’abate e dalle celle dei religiosi. Superlativi sono i due chiostri che mostrano un’interessantissima iconografia con figure e decorazioni allegoriche, risalenti al periodo tardomediovale. Mentre la biblioteca, conserva una serie di tele, dipinte in stile tardomanierista. Risalente al XVII secolo, ha un linguaggio alchemico, fatte da Girolamo Todisco. Alcuni dipinti sono: Incoronazione della Vergine, Ss. Domenico e Francesco, Ss. Bendetto e Scolastica e ancora, dipinti di Aristotele, Platone, Pitagora e Arpocrate che raffigurano le virtù cardinali e teologali. Mentre i dipinti della Crocifissione e di abati e benefattori, sono tenuti nella Sala capitolare. La chiesa dell’abbazia, originaria del XVI secolo, era stata costruita on delle navate laterali, che nella ricostruzione del XVIII secolo, sono state trasformate in piccole cappelle, mentre la zona absidale, tiene delle tele di Mattia Petri.