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E’ un grazioso borgo dell’Appennino Lucano, a 24 Km. da Potenza a 957m. s.l.m., le sue origini: secondo alcuni scavi effettuati nel 1976 hanno portato alla luce una tomba con vasi di ceramica e vernice nera con figure rosse, si suppone che i romani abbiano presidiato questa fortezza naturale che consentiva il controllo di gran parte del territorio circostante; il borgo nella sua collocazione attuale ha avuto sviluppo da un’antica roccaforte araba da ascrivere, probabilmente tra quei 150 “munita oppia” che i Saraceni avevano in Italia nell’863. Nel XVIII sec. Dopo vari padroni passò ai Caracciolo e nel 1758 passò ai Federici di Montalbano con titolo di baroni., il 23 luglio 1809 la banda di Scozzettino, con Taccone e Scarola venuti da Laurenzana e Melfi segnò la fine dei baroni Federici, insieme a molti nobili del paese, fu salvato solo il piccolo Carlo, tutta la famiglia fu trucidata. In quella stesa data i briganti bruciarono anche l’archivio comunale e parrocchiale. Gli unici documenti storici che si possono rinvenire sul posto sono le opere d’arte presenti nelle chiese e da quel poco che resta dell’architettura antica del paese. Della roccaforte araba, trasformata ed ampliata dagli Svevi e dagli Angioini, si vedono i resti di una torre a pianta quadrata e un portalino rinascimentale d’accesso. L’antico centro conserva l’aspetto caratteristico dei quartieri arabi. Le chiese poi rendono testimonianza di un’intesa vita religiosa accompagnata da opere di promozione antica di notevole rilievo.Sull'origine del nome Abriola ci sono varie ipotesi. Alcuni lo fanno derivare dal latino aper, cinghiale, essendo questa terra ricca di boschi nei qui ancora oggi esistono esemplari della specie. Altri, come lo storico Racioppi, lo fanno derivare da "briolia", termine molto usato nel Medioevo per indicare "la selva circondata da un muro chiuso per esercizio della caccia del feudatario".Il paese nel corso dei secoli ha avuto collocazioni diverse a seconda delle contingenze storiche. Scavi effettuati nel 1976 presso il locale campo sportivo hanno portato alla luce una tomba con relativo corredo funebre fatta di vasi di ceramica a vernice nera con figure rosse. I reperti sono evidente testimonianza di un insediamento che risale almeno al IV secolo a.C. La via Erculia, nel tratto da Grumentum a Potenza, passava nel territorio di Abriola. E' probabile che i Romani abbiano saldamente presidiato questa fortezza naturale che consentiva il controllo di gran parte del territorio circostante.Sul versante sud, a valle, si scorgono ancora, incorporati in successive fabbriche, tratti delle mura di cinta medioevali e una porta con torrione quadrangolare.Negli anni del Risorgimento Abriola divenne centro liberale, in quanto sede di vendita Carbonara,e successivamente, di un circolo costituzionale.Il brigantaggio postunitario interessò ancora una volta le nostre contrade, che per oltre quindici anni andarono soggette a rapine e incursioni nonostante i provvedimenti repressivi e la vigile attività della Guardia Nazionale.Tra la fine del 1800 e gli inizi del 1900 ad Abriola cominciò a verificarsi il fenomeno dell'emigrazione, ancora in atto, segno di uno scarso e lento sviluppo.